Nel 2011 abbiamo deciso di espanderci costruendo due nuovi vigneti, uno nel vicino paese di Besazio e l’altro a Rancate, in terreni che prima erano campi di fieno. A Rancate, il primo che abbiamo fatto, in circa un mese abbiamo piantato 3’000 metri quadrati di vigna. Abbiamo fatto tutto il lavoro dal concimazione del terreno alla semina e al fissaggio delle aste di supporto.

A Besazio la storia è un pò più speciale. All’incirca un secolo fa su questi terrazzamenti i contadini piantavano il frumento. Approssimativamente cinquant’anni orsono vennero abbandonati e la foresta ingoiò tutto. Quando abbiamo acquistato il terreno circa vent’anni fa e scopriamo che questi boschi erano pieni di muri a secco, incominciamo subito a fare pulizia. Anche se il grosso del lavoro fu terminato dopo un anno, ci vollero quindici anni per riportarlo al suo aspetto originale.

Poi nel 2011 abbiamo deciso di piantare la vite, imbarcandosi così in una missione gigantesca; restaurare 4’000 metri quadrati di muri. Tutti i profili erano erosi, quindi era necessario rimettere tutto a livello e ricostruire le parti che erano completamente distrutte a causa della presenza di pioggia e animali, mentre i muri che sono ancora in piedi sono a prova d’intemperie. I vecchi sapevano veramente come costruire le cose.

Dopo che la struttura era finita abbiamo piantato la vigna. Per non far bruciare le nuove piante era importante annaffiare abbondantemente. Sfortunatamente all’inizio non avevamo l’allacciamento l’acqua ma fortunatamente c’è una piccola sorgente che potevamo usare per stoccare ciò che ci serviva.

Un’altra caratteristica molto speciale di questo terreno è che sotto c’è marmo e una vecchia cava abbandonata. Ciò che veniva estratto da questa zona, vista la sua grana particolare, venne usata durante la storia per decorare degli stabili importanti in tutta l’Europa.

È un onore avere uno dei pochi vigneti al mondo che fanno parte dell’UNESCO. La montagna del San Giorgio ne fa parte per avere i fossili più antichi del pianeta. E quindi anche le attività ed i prodotti che ne derivano dalla sua terra ne fanno parte.

La storia dietro l’etichetta del Ticinòlogo proviene da una situazione drammatica a cui stiamo assistendo recentemente. Una volta quasi tutte le terre qui in zona erano coltivate. Col tempo sono state costruite sempre più case fino a diventare quasi interamente una zona residenziale. Siamo persino arrivati ad un punto dove i nuovi arrivati si domandano perchè ci sono ancora dei campi che invadono il loro vicinato.

Abbiamo imparato questa lezione a spese nostre. Uno dei nostri vigneti era situato su di un terreno in affitto. Questo era sempre stato coltivato. Dopo un contratto di quindici anni, uno dei proprietari decise di costruirsi delle case. Quindi dovevamo sloggiare. Piano piano abbiamo smontato tutto. Sfortunatamente le piante erano le vere vittime, che non potevano essere trapiantate. Peccato perchè producevano un’ottima uva.

Una piccola parte è rimasta in vita. Ma da più di 2’000 piante ne sono rimaste soltanto 411. Quindi l’immagine sull’etichetta è la riproduzione di una cartina della nostra zona attorno agli anni '70. Cerano più vigneti che case, adesso è il contrario. E il nome “Il Ticinòlogo” è una nomenclatura di nostra invenzione che descrive chi è attaccato alla nostra terra e vicino alle nostre tradizioni.

Oggi il palacio li si chiama “Residenza il Vigneto”. Ironico vero?